UAE Team Emirates, Tadej Pogacar preoccupato dal ritorno del covid: “Situazione abbastanza stressante”
Tadej Pogacar guarda al Tour de France 2022 con preoccupazione dopo i recenti casi di positività al COVID-19 scoppiati a Giro di Svizzera e Giro di Slovenia. Il campione sloveno, favorito per la vittoria finale della Grande Boucle, ha manifestato una certa ansia dovuta ad alcuni casi di positività riscontrati anche alla UAE Team Emirates. Alla rassegna elvetica sono infatti risultati positivi Marc Hirschi e Diego Ulissi, la squadra emiratina ha così deciso di abbandonare la corsa, seguita dalla Alpecin-Fenix e dalla Bahrain Victorious. Il 23enne sta invece correndo sulle strade di casa il Giro di Slovenia, ma anche in questa corsa i casi di positività non mancano. Un suo importante gregario in chiave Tour de France, Mikkel Bjerg, è stato mandato a casa proprio per questo motivo.
Il due volte vincitore della Grande Boucle, risultato negativo ai tamponi effettuati prima della terza tappa del giro sloveno, ha dal canto suo già contratto il coronavirus ad inizio anno, ma non manca chiaramente la preoccupazione per quanto può succedere se l’infezione dovesse espandersi ulteriormente. “La situazione in Svizzera è terribile e la nostra squadra non ripartirà – commentava ieri prima della partenza della terza tappa del Giro di Slovenia ai media locali – Qui al Giro di Slovenia, Mikkel è risultato positivo, quindi lui e il suo compagno di stanza sono tornati a casa. È abbastanza stressante, ma non possiamo fare nulla. Possiamo solo provare ad isolarci e sopravvivere senza ulteriori infezioni“.
Anche il direttore medico del team, Adrian Rotunno, si mostra preoccupato, ma è consapevole che la squadra farà il possibile per garantire la sicurezza dei corridori e dello staff: “Purtroppo, come molte altre squadre, anche noi abbiamo avuto un aumento dei casi di COVID-19. I nostri ciclisti colpiti sono stati completamente esaminati e attualmente sono leggermente sintomatici. I corridori che condividono una stanza con i casi positivi sono considerati contatti ad alto rischio, quindi nell’interesse del corridore, della squadra e della salute della comunità, abbiamo deciso che è meglio che anche loro vengano ritirati. È un peccato, ma la realtà è che il virus è ancora nella nostra società e noi monitoriamo regolarmente i nostri atleti per essere il più attenti possibile”.
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